Sala dei banchetti

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Entrammo nella sala già imbandita e ci accomodammo, io e la mia sposa, ai nostri posti d'onore.
Poi attesi che tutti i miei ospiti prendessero posto e feci cenno alle ancelle di servire i pasti.

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Mi accomodai su di un grande e bianco cuscino di lino, accanto al mio sposo.
Lo vidi impartire disposizioni alle ancelle, mentre i musici cominciarono a suonare per accompagnare il nostro pasto.
Guardai la mia fedele ancella e le feci segno di accomodarsi.

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Presi posto qualche metro in là rispetto al Faraone, poiché nei suoi pressi avevano diritto ad accomodarsi i familiari e gli alti dignitari.

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La regina mi invitò ad accomodarmi al suo fianco, anche se leggermente alle sue spalle.
Non ero una semplice ancella per lei e tutti a corte ne erano consapevoli.

Le ancelle presero a servirci, io mangiavo spiluccando qua e là, la mia mente era altrove.
Ero preoccupato per i nemici del nord e del sud che tramavano contro di me ed il mio regno.
Certo, se la missione dei miei due guerrieri fosse andata a buon fine, avrei potuto opporre una maggiore e più efficacia resistenza al nemico.
Sospirai e buttai giù un po' di birra.

Vidi il mio amato sposo pensoso e assorto, non ero certa che distrarlo dai suoi pensieri fosse la cosa giusta, mi avvicinai leggermente a lui, intinsi il mio pane nel piatto della sua salsa, gli sorrisi e gli sfiorai le labbra con un bacio.
"Allontana i cattivi pensieri, mio amato... io so come alleggerire le tue pene", gli sussurrai facendogli intendere una pace dei sensi profonda ed appagante.

Mangiavo ed osservavo i sovrani parlottare tra loro.
Notai poi la bellissima damigella, che faceva anche da guardia del corpo, della regina.
Le sorrisi, ma non ero certo che mi avesse visto.
E comunque sapevo della sua irreprensibilità.

Notai che il Gran Sacerdote di Horo, mi stava osservando.
Ricambiai titubande il suo sorriso e poi tornai alla mia pietanza.

La guardai e sorrisi.
Sì, lei sapeva sempre come tirarmi su.
Finalmente il pranzo terminò, mi alzai e porsi la mia mano alla mia regina.
"Vogliamo andare, mia cara?"
Mi congedai e con la mia sposa mi diressi nelle nostre stanze private.


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"Certo, amore mio... Andiamo."
Presi la sua mano e lo seguii fuori dalla sala.
Feci subito segno alla mia ancella di non seguirmi.
Non era necessario.


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I sovrani lasciarono la sala e vedendo che l'ancella della regina rimaneva al suo posto, decisi di avvicinarla.
"Posso?" domandai facendo segno al cuscino lì accanto.

"Certo!" risposi, facendo segno di accomodarsi.
Non avevo nulla da fare, tantomeno con la regina, quindi pensai che indugiare i chiacchiere con il Gran sacerdote, non sarebbe stato tempo perso.
"Come crede che finirà il nostro popolo?" domandai pensando ai colloqui di quela mattina, poiché sembrava che nessuno avesse buone notizie per le Due Terre.