Sala del Trono

Il mio amore mi guardò turbato e meditabondo.
Gli poggiai la mia mano sul muscoloso braccio, per dargli conforto e fargli sentire la mia presenza e la mia lealtà.

"Oh, sì, mio signore... Creerò una protezione per la vostra persona e per la vostra consorte... Creerò una barriera che i nemici non potranno oltrepassare e, con l'aiuto del grande Sutekh, li scoverò, mio signore!"

"Molto bene, Sapi-Atum, confido in te e nel nostro dio Sutekh!" dissi orgoglioso.
"Va', allora, e provvedi alla nostra protezione ed alla sconfitta dei nostri nemici", conclusi, congedandolo.

"Si mio, sovrano!" dissi con un revernte inchino e ritirandomi.


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Accolsi gli altri sudditi e generali per tutta la mattinata e quando, finalmente, il via vai fu terminato, presi la mia compagna per la delicata mano e ci allontanammo per il pranzo.


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Finalmente quell'interminabile susseguirsi di sudditi, cessò.
Quanto detto dal Gran Sacerdote di Sutekh, risuonava ancora nella mia mente, ma sorrisi al mio sovrano, quand'egli mi tese la mano per guidarmi fuori dalla Sala del Trono.


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Seguii, a qualche passo di distanza, la coppia reale, ma non senza il timore che il Gran Sacerdote di Sutekh si stesse riferendo a me.
Non che avessi intenzione di tradire la mia regina, ma di certo che potesse capire che ero ancora legata al Faraone ed alla mia gente.


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